L’assegno di mantenimento, disciplinato dall’art. 156 del codice civile, è una forma di contribuzione economica consistente, in caso di separazione tra coniugi e qualora ricorrano determinati presupposti, nel versamento periodico di una somma di denaro, o di voci di spesa (per esempio il canone di affitto o le spese condominiali), da parte di uno dei coniugi all’altro o ai figli se presenti, per adempiere all’obbligo di assistenza materiale.
L’articolo sopra citato prevede che il giudice possa disporre la corresponsione del suddetto assegno qualora sussista una disparità economica tra i due coniugi, al richiedente non sia stata addebitata la separazione, quest’ultimo non disponga di adeguati redditi propri e ne abbia formulato esplicita richiesta nel ricorso per la separazione.
Per quanto riguarda il calcolo dell’assegno di mantenimento, il giudice dovrà tener conto di diversi elementi, come dei redditi che derivano dall’attività lavorativa dei coniugi, delle proprietà immobiliari, della disponibilità della casa coniugale e di eventuali investimenti o ulteriori fonti di ricchezze. Inoltre, dovrà valutare l’attitudine a lavorare da parte del richiedente e dovrà accertare il tenore di vita goduto dai coniugi nel corso del matrimonio.
Tuttavia, nella determinazione del quantum da versare, non ricoprono un ruolo decisivo le dichiarazioni dei redditi prodotte dai coniugi. Sul punto, la giurisprudenza (Ord. Corte di Cass. N. 18196/2015) è concorde nel ritenere che queste ultime non abbiano un’efficacia vincolante in una controversia che non ha nulla a che vedere con il sistema tributario (come quella relativa alla corresponsione dell’assegno di mantenimento), atteso che, spesso, la documentazione fiscale prodotta risulta non corrispondente all’effettivo reddito percepito.
Per verificare la suddetta circostanza, spetterà dunque alla parte richiedente provare l’effettiva e reale capacità economica dell’ex coniuge che, svolgendo le opportune indagini, dovrà fornire al giudice gli elementi necessari e sufficienti a determinarne il reale potere d’acquisto.
Quest’ultimo potrà, pertanto, fondare il suo convincimento su altre risultanze probatorie e, in particolare, potrà prendere in considerazione lo stile di vita condotto dall’ex coniuge, provato dalla parte richiedente, determinato dall’eventuale possesso di beni di lusso come, ad esempio, automobili, ville, barche, viaggi costosi e ripetuti, abiti firmati, nonché altre utilità di cui esso abbia il diretto godimento, al fine di individuare il reddito reale dello stesso, sul quale parametrare l’importo dell’assegno.
Infine, giova osservare che, anche per la determinazione dell’assegno in sede di divorzio, il giudice non è vincolato a quanto deciso all’atto della separazione e, se allegate nuove circostanze idonee a provare un mutamento delle condizioni economiche, può rideterminare completamente l’ammontare dell’assegno divorzile rispetto al precedente.
Sintetizzando, l’investigazione per la determinazione o revisione dell'assegno di mantenimento, svolta dall'Agenzia investigativa Dogma, permette di:
Puoi approfondire nella pagina dedicata : revisione dell'assegno di mantenimento
Puoi inoltre calcolare l'assegno di mantenimento facendo una simulazione con Sam, Stima assegni di mantenimento, un software che può aiutare la determinazione dell’assegno di mantenimento per i figli e per l’ex-coniuge frutto della collaborazione tra l’Avvocato Germana Bertoli e il Prof. Ing. Riccardo Rovatti.
E' possibile fare delle simulazioni inserendo stipendi di entrambi i genitori, mutuo, utenze, le spese per i figli e tempo passato con loro, ma anche la durata del matrimonio (che influisce sul tenore di vita) e le proprietà (ecco perchè è importante verficare la condizione patrimoniale dell’ex coniuge e Documentare il suo vero tenore di vita).
Se può esserti utile ecco il link a un altro software gratuito per il calcolo dell’assegno di mantenimento
Per calcolare l'assegno di mantenimento dei figli bisogna tener conto del fatto che ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; a questo scopo il giudice stabilisce la corresponsione di un assegno periodico che dipende da:
Per fare un’esempio prendiamo la situazione più comune di affidamento condiviso con collocamento prevalente del figlio minore presso la madre: il contributo del padre sarà tanto maggiore quanto minore è il tempo che trascorrerà con il figlio (secondo quanto previsto dalla regolamentazione dei rapporti stabilita dal giudice o concordata dalla parti in caso di separazione consensuale).
Inoltre L'assegno di mantenimento per i figli può raddoppiare grazie alla relazione dell’investigatore privato se viene dimostrato in tribunale che l’ex coniuge guadagna di più rispetto a quanto dichiarato.
Con ordinanza n. 21178/2018, la Cassazione ha ribadito il potere attribuito ai giudici di merito di adottare tutti i provvedimenti necessari per la tutela degli interessi morali e patrimoniali dei figli, potendo dunque, a tal fine, disporre indagini volte ad accertare le reali condizioni economiche dei genitori.
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