Ogni azienda può disporre di un patrimonio intangibile di informazioni, processi, formule, innovazioni tecnologiche e know-how che viene ricompreso sotto il termine “segreto industriale”.
Per molte imprese si tratta di un valore aggiunto che può essere stimato economicamente e solitamente costituisce la base della competitività sul mercato.
Questo insieme di informazioni può fare gola ai concorrenti e può pertanto essere oggetto di divulgazione all’esterno dell’azienda, ad esempio da parte di dipendenti infedeli.
Ma come è possibile difendere il segreto industriale?
Costituisce solitamente il segreto industriale quel background di conoscenze, informazioni e processi che garantiscono all’azienda un vantaggio competitivo unico e sul quale spesso si basa il successo di un marchio.
Rientrano in questo patrimonio intangibile le formule chimiche di un prodotto o i processi e le procedure produttive che conferiscono unicità ai prodotti. Allo stesso modo le informazioni e le strategie di marketing, le informazioni sui clienti, il posizionamento sono parte del segreto industriale. Infine, anche le innovazioni tecnologiche – su cui spesso le aziende investono parecchie energie e risorse economiche – finiscono sotto il cappello del segreto industriale.
Stante l’importanza di questi aspetti ne consegue che la divulgazione o la diffusione dei segreti aziendali può causare una perdita economica e soprattutto la perdita del vantaggio competitivo.
Un’azienda che può vantare un segreto commericiale potrà differenziarsi sul mercato e beneficiare dell’unicità del prodotto. La qualità e il segreto industriale sono spesso alla base del successo di un marchio che risulterà riconoscibile al consumatore finale e spesso verrà scelto per la sua affidabilità.
Il segreto industriale e il brevetto sono due opzioni di tutela per le scoperte imprenditoriali. La scelta tra i due dipende dalla volontà dell'imprenditore di mantenere l'invenzione riservata o renderla pubblica tramite un brevetto. Qui le principali differenze:
Il segreto industriale è una componente fondamentale della protezione delle informazioni aziendali e delle esperienze tecnico-industriali e commerciali, regolamentata dagli articoli 98 e 99 del Codice della Proprietà Industriale, che forniscono linee guida dettagliate per la sua tutela.
Secondo l'articolo 98, affinché un'informazione aziendale sia meritevole di protezione, deve possedere tre requisiti fondamentali: segretezza, valore economico e adozione di adeguate misure di protezione da parte del detentore.
1) La segretezza implica che le informazioni non siano note o facilmente accessibili agli esperti o agli operatori del settore
2) Il loro valore economico si riferisce alla difficoltà e al costo che altri avrebbero nel procurarsele e utilizzarle illegalmente.
3) Inoltre, il detentore deve adottare misure adeguate per mantenere la segretezza, che possono essere di natura fisica, organizzativa, tecnologica e legale.
L'articolo 99 del codice stabilisce che il legittimo detentore delle informazioni ha il diritto di vietare a terzi di acquisirle, rivelarle o utilizzarle in modo illecito, salvo nel caso in cui le informazioni siano state ottenute in modo indipendente dal terzo. Inoltre, la violazione del segreto industriale può costituire una forma di concorrenza sleale ai sensi dell'articolo 2598 del codice civile, che vieta l'uso di mezzi non conformi ai principi della correttezza professionale e idonei a danneggiare l'azienda altrui.
Il Codice della Proprietà Industriale, in conformità con gli accordi internazionali come TRIPs, sottolinea l'importanza della protezione del segreto industriale attraverso norme specifiche. Queste disposizioni sono cruciali per garantire un ambiente commerciale equo e promuovere l'innovazione e lo sviluppo industriale, fornendo alle imprese una base legale per proteggere le informazioni sensibili che costituiscono un vantaggio competitivo nel mercato.
Come abbiamo già visto il nostro ordinamento tutela il segreto industriale mediante il Codice della Proprietà Industriale, introducendo il concetto di legittimo controllo del detentore. Il legislatore ha voluto riconoscere protezione all’insieme di conoscenze e informazioni che sono oggetto di una gestione attiva e responsabile da parte dell’azienda. Per ottenere tutela l’azienda deve aver messo in campo e deve poter dimostrare di aver adottato misure adeguate a proteggere le informazioni sensibili.
La violazione del segreto industriale rappresenta una minaccia significativa per le imprese, poiché può comportare gravi conseguenze sia a livello economico che legale.
La fuoriuscita di informazioni può condurre all’imitazione dei prodotti con conseguente volgarizzazione dei marchi e portare l’azienda a perdere il suo vantaggio competitivo nonché il suo posizionamento sul mercato.
Dal punto di vista legale, le imprese che violano il segreto industriale possono essere soggette a azioni legali da parte del detentore legittimo delle informazioni. Queste azioni possono includere cause civili per danni e perdite finanziarie, nonché cause penali se la violazione del segreto industriale costituisce una violazione delle leggi penali pertinenti. Inoltre, l'azienda che ha subito la violazione del segreto industriale può ricorrere a rimedi legali come ingiunzioni preliminari per fermare immediatamente l'uso illecito delle informazioni e ottenere risarcimenti.
La violazione del segreto industriale rappresenta quindi una seria minaccia per le imprese, con rischi che vanno oltre le perdite finanziarie dirette e includono danni alla reputazione, azioni legali e ostacoli all'innovazione. Pertanto, è fondamentale che le imprese adottino misure rigorose per proteggere le proprie informazioni riservate e che rispettino le normative vigenti per evitare gravi conseguenze.
L’azienda deve introdurre tutte le misure necessarie a tutelare il segreto industriale.
1) Queste misure possono essere di natura giuridica – ad esempio i patti di non concorrenza o di riservatezza – oppure fisiche, costituite cioè da tecniche informatiche o organizzative.
L’azienda, in sede di assunzione, può far sottoscrivere ai suoi dipendenti un patto di riservatezza che vincola il lavoratore a non divulgare in alcun modo informazioni o segreti industriali di cui possa venire a conoscenza nell’esercizio delle sue mansioni. Il patto di non concorrenza vincola invece il dipendente a non svolgere lavoro per un’azienda concorrente e, anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro, potrebbe vincolarlo a non prestare la propria opera per aziende concorrenti per un certo numero di anni.
2) Le misure fisiche riguardano invece l’adozione di accorgimenti tecnici e organizzativi per tutelarsi dalla sottrazione indebita di informazioni. Tali misure possono consistere nella protezione dei sistemi informatici da intrusioni esterne e attacchi hacker o nell’individuare, all’interno dell’azienda, un Data Protection Officer che si occupi di questi aspetti.
Anche la rivelazione dei segreti industriali a una ristretta cerchia di dipendenti – ad esempio i top manager – può costituire una misura fisica di tutela del segreto industriale.
La violazione del segreto industriale è condotta penalmente rilevante, punita dall’art. 623 c.p. che lo definisce come la condotta di chi, venuto a cognizione, per ragione del suo stato o ufficio, o della sua professione o arte, di segreti commerciali o di notizie destinate a rimanere segrete, sopra scoperte o invenzioni scientifiche, li rivela o li impiega a proprio o altrui profitto.
Il dipendente che divulghi il segreto professionale non commette soltanto un reato ma incorre anche nella violazione dei patti siglati con l’azienda, del contratto di lavoro e degli obblighi a esso connessi esponendosi al licenziamento per giusta causa e alla richiesta di un risarcimento da parte dell’azienda.
L’Agenzia Investigativa Dogma S.p.A ha una consolidata esperienza nell’affiancamento delle aziende in queste attività e supporta i clienti analizzando e identificando gli elementi da proteggere e verificando le procedure di sicurezza fisica e informatica. Nella fase in cui sorga l’esigenza di difesa Dogma è anche in grado di affiancare l’azienda nell’attività investigativa volta alla raccolta di elementi probatori che potranno rivelarsi utili in sede giudiziaria per tutelare il know-how aziendale.
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