Col termine di “infedeltà coniugale” si intende qualsiasi situazione in cui uno dei due coniugi intreccia con un'altra persona una relazione amorosa, anche di breve durata. Pertanto, a livello giuridico, qualsiasi relazione intercorsa con una persona fuori dal proprio matrimonio è considerata come un tradimento o un adulterio.
Questo soprattutto in forza del fatto che la nostra società è improntata su un modello relazionale di tipo monogamico. Come ben noto, questo modello non è l’unico esistente (si pensi alle culture in cui è prevista la poligamia), tuttavia è quello in cui nasciamo e a cui veniamo educati e quello, pertanto, a cui tende la maggior parte della popolazione.
Scrivendo “la maggior parte” si intende che, evitando ovviamente le condotte perseguibili penalmente (come ad esempio la bigamia, che è reato penale stante l’art. 556 c.p.), anche nella nostra cultura possiamo riscontrare diverse modalità relazionali e diversi compromessi relazionali: si faccia ad esempio riferimento al concetto di “coppia aperta”, in cui entrambi i partner stabiliscono la rispettiva possibilità di intrecciare relazioni e avere rapporti di natura sessuale con altre persone.
Questo ovviamente è un concetto diverso dall’infedeltà, dal momento che si tratta di un comportamento accettato e condiviso da entrambi i partner. Solo questo esempio fa intendere come il tradimento sia di per sé un concetto che deriva non soltanto da credenze culturali, sociali e religione in cui un individuo è inserito, ma anche da abitudini di pensiero e di comportamento.
Tuttavia, proprio in forza di essere in una società prettamente monogama, è innegabile come il subire un tradimento dal proprio partner sia, nella maggior parte dei casi, fonte di una grande sofferenza (Bird, Butler, & Fife, 2007), con un possibile sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi.
Rispondere a questo quesito è estremamente complicato. Il comportamento di infedeltà non è facilmente spiegabile e riducibile a un unico motivo, per quanto vi siano diverse ricerche che hanno provato e stanno provando a dare una risposta sempre più chiara a questa domanda.
Da diversi anni sono stati fatto studi volti a cogliere le cause biologiche del tradimento, a capire se ed eventualmente quali siano i meccanismi neurofisiologici coinvolti (Fischer, 2004, 2015; Garcia et al., 2010, per citarne alcuni più recenti); studi più recenti (Philipps et al., 2017, Guilbault et al., 2019) hanno invece proposto un Modello Bimodale della Passione Sessuale, secondo il quale la propensione al tradimento potrebbe avere alla propria base una diversa interiorizzazione della sessualità e della sua soddisfazione (distinguendo gli individui tra coloro che hanno interiorizzato autonomamente la sessualità e che pertanto, ad esempio, non sentono di dover aderire a stereotipi socialmente prescritti; e coloro, invece, che associano la sessualità a un senso di dovere autoimposto o subito).
Vi sono poi tentativi di dividere i traditori in categorie, sulla base di diversi fattori, da quelli soggettivi e personologici a quelli contestuali. Si parla infatti di “traditori seriali”, ossia di individui che, nel corso della propria storia relazionale, mostrano la costante tendenza a perpetrare il comportamento del tradimento.
Questi possono agire sulla spinta di differenti motivazioni: possono avere più partner contemporaneamente, anche senza considerarne nessuna come “la persona ufficiale”, possono pertanto avere molta difficoltà a viversi e a vivere una relazione univoca e a legarsi sentimentalmente.
O ancora, possono sentire la necessità di cambiare spesso partner sessuale, o aver bisogno di percepire sempre l’eccitazione della trasgressione. Poi vi sono invece i “traditori occasionali”, nel quale rientra la maggior parte della casista.
Le motivazioni che spingono al tradimento, in tale circostanza, possono essere estremamente ampie: la noia della vita di coppia, per citarne la principale, un cambiamento nella condizione della vita della coppia (l’arrivo di un figlio, il minor tempo che il partner, per motivi anche solo lavorativi, può dedicare al compagno/a, l’incontro con una persona nuova, l’insoddisfazione personale, un momento di crisi e di passaggio personale).
Qualunque sia il punto di vista nel quale vogliamo inquadrare il traditore (che sia biologico, personologico o contestuale), ciò che si tenta di fare è di dare una spiegazione quanto più generale e omnicomprensiva; tuttavia è innegabile, come per ogni comportamento sociale e relazionale, che vi siano delle componenti estremamente specifiche e particolari che rendono i singoli casi unici e da considerare come tali.
Come sopra esplicitato, il venire a conoscenza di un tradimento del proprio partner rischia di essere un evento capace di mettere in discussione e finanche far crollare alcune certezze che ci costruiamo, con conseguenze anche molto importanti a livello della propria salute psico-fisica.
In una recente ricerca (Shrout & Weigel, 2020) sono state infatti studiate le correlazioni tra l’infedeltà del partner e le possibili convinzioni negative che possono svilupparsi a seguito di tale evento, oltre ai possibili esiti in termini di stress e autostima che possono colpire la persona tradita. Nello specifico hanno preso in considerazione la causalità e la responsabilità percepita del partner infedele, lo stress esperito da chi ha subito il tradimento, i sintomi depressivi, i sintomi ansiosi e infine i livelli di autostima.
Puoi approfondire nel nostro articolo: Come reagire ad un tradimento per superare il peso dell'incertezza.
Ciò che tale ricerca ha riscontrato è che vi sarebbe una relazione tra le valutazioni negative cognitive e i sintomi depressivi e ansiosi esperiti successivamente, oltre a evidenziare un importante ruolo ricoperto dall’autostima, come fattore di resilienza (ossia di capacità di far fronte con modalità funzionali a situazioni di stress e di disagio): avere una percezione di sé stessi positiva è sicuramente un fattore protettivo, in grado di fornire all’individuo le risorse adeguate ad affrontare e superare le conseguenze che il tradimento può avere.
Per quanto possa suonare banale affermarlo, è innegabile che la reazione al comportamento di tradimento da parte del proprio partner è estremamente collegata alle proprie caratteristiche personali e alle proprie aree di fragilità. Parimenti, anche la modalità di re-azione al comportamento di infedeltà (l’attribuirsi o meno parte della responsabilità, i sentimenti di colpa, rabbia, vergogna o disperazione che possiamo provare) dipendono da una grande varietà di fattori. Certo è che un elemento estremamente delicato, e che può portare molta sofferenza nell’individuo, è avere un forte sospetto del tradimento e, quindi, vivere nel dubbio.
Puoi approfondire nel nostro articolo: psicologia del tradimento, perchè si tradisce e i segnali
A seconda dei singoli casi, i segnali del tradimento coniugale possono essere difficili da percepire soprattutto quando si ha a che fare con un traditore sopra definito come “seriale”, il quale è diventato esperto nel vivere situazioni ambigue, a rischio. Tuttavia, nella maggior parte dei casi i segnali che il traditore lascia sono molto evidenti, dal momento che l’irrazionalità del comportamento e, a volte, l’entusiasmo della nuova esperienza trasgressiva, possono far perdere di lucidità il traditore. Inoltre, coloro che tradiscono tendono ad avere quasi sempre un comportamento molto simile.
Si rimanda al nosttro articolo per una trattazione più approfondita sul tema infedeltà coniugale e tradimento.
Tutti i comportamenti sopra descritti sono degli indizi che qualcosa sta succedendo alla relazione col proprio partner e instillano sempre di più il dubbio che vi sia un tradimento in atto.
Rimanere in tale dubbio può essere, almeno in un primo momento, una scelta che il partner tradito fa per “quieto vivere”, per non dover mettere in crisi tutto un sistema di credenze, convinzioni, affetti e anche progetti che si è costruiti per anni. Dover mettere in crisi tutto questo può avere delle conseguenze veramente dolorose.
Ma ugualmente succede che rimanere con questo dubbio e questo sospetto crea un senso di tensione, di ansia e di vera sofferenza altrettanto grandi e, alla lunga, sfibranti. Allora, l’aver bisogno di conoscere l’effettiva situazione diventa una vera necessità per poter poi decidere, con tutte le informazioni necessarie, come agire e come procedere, per potersi ri-costruire.
L’affrontare direttamente, coi soli sospetti e quindi nell’incertezza, il proprio partner rischia di essere controproducente: inasprisce i rapporti già difficili, crea maggiori tensioni e dubbi, può far rendere il partner ancora più attento. Soprattutto, agire spinti dall’ansia, dalla rabbia e dalla frustrazione può mettere in estrema difficoltà, dal momento che si corre il rischio di commettere azioni non propriamente lecite (come il controllare illegalmente il cellulare del proprio partner).
È importante, in tali frangenti, riuscire a rimanere quanto più possibili calmi e farsi supportare da professionisti, i quali possono fornire le prove oggettive e inconfutabili dell’eventuale tradimento.
L’attività di verifica dell’eventuale violazione dell’obbligo di fedeltà coniugale, svolta da agenti investigativi qualificati, permette di:
Avere accesso alla verità oggettiva di ciò che succede è sicuramente il primo passo per poter decidere, con consapevolezza, come affrontare l’eventuale tradimento, sia che la decisione sia quella di lavorare per ricucire la coppia, sia che, al contrario, sia senta più opportuno procedere con una separazione.
Autore: Chiara Cemmi
Divisione Psicologia investigativa
Le fonti:
- Bird, M. H., Butler, M. H., & Fife, S. T. (2007). The process of couple healing following infidelity. In Journal of Couple & Relationship Therapy: Innovations in Clinical and Educational Interventions, 64, 1-25.
- Fisher, H.E. (2004), Why we love: The nature and chemistry of romantic love. New York, Hemry Holt.
-Fisher, H.E. (2015), La tirannia dell’amore, Punto di vista dell’antropologo sulla dipendenza dall’amore, in Rosember, K. P. & Curtiss Feder, L. (Cur), Dipendenze Comportamentali, Criteri, Evidenze, Trattamento. Ed. Edra, Milano.
-Garcia, R., Mackillop, J., Aller, E. L., Merriwether, A.M., & Sloan Wilson, D., (2010), Association between dopamine D4 receptor gene variation with body infidelity and sexual promiscuity. In PloS One, 5, e14162.
- Guilbault, V., Bouizegarene, N., Philippe, F. L., & Vallerand, R. J. (2019), Understanding extradyadic sex and its underlying motives through a dualistic model of sexual passion. In Journal of Social and Personal Relationships. DOI: 10.1177/0265407519864446.
- Philippe, F. L., Vallerand, R. J., Bernard-Desrosiers, L., Guilbault, V., & Rajotte, G. (2017), Understangin the congnitive and motivational underpinnings of sexual passion from a dualistic model. In Journal of Personality and Social Psychology, 113, 769.
- Shrout, M. R., & Weigel, D. J. (2020), Coping with infidelity: the moderating role of self-esteem. In Personality and Individual Differences, 154, 1-7.
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