Siamo quindi alle porte della cd Fase 2, dal prossimo 4 maggio in cui, progressivamente, si tornerà ad una certa normalità, dopo le ultime disposizioni del DPCM del 10 aprile 2020.
Stato e Regioni imporranno misure di sicurezza nuove che comporteranno una modifica comportamentale sociale di una certa rilevanza, si parla di scuole chiuse fino a settembre, app di tracciamento, braccialetti elettronici per i più anziani, uscite all’aperto regolate. Questo nel nostro quotidiano, ma per le Aziende quali conseguenze ci saranno?
Se per le persone modificarle è più semplice ciò che più preoccupa sarà, invece, come le Aziende reagiranno a questo nuovo scenario e come potrà influire rispetto a abitudini ormai radicate.
E’ di questi giorni la notizia che è in discussione un vademecum redatto dall’Inps per riaprire le aziende in base a degli indici di rischio (da basso ad alto), associati al codice Ateco che si fondano su tre criteri:
Immaginiamo le difficoltà oggettive cui si troveranno le aziende nel dover creare un ambiente di lavoro idoneo, con l’utilizzo di mascherine e DPI (dispositivi di protezione individuale) per determinate categorie che dovranno avere forniture continue (si pensi al mondo sanitario, di smaltimento rifiuti o alimentare) e, in taluni casi, anche scorte di magazzino, uffici strutturati in open space oppure singoli uffici con più personale in cui verrà chiesto ai datori di lavoro di distanziare le scrivanie dei propri dipendenti garantendo altresì un flusso di entrata/uscita scaglionato e poi, ancora, le mense aziendali e come dovrà essere gestito l’assembramento e non ultimo il controllo della temperatura ai lavoratori prima dell’accesso in azienda.
Nuovi scenari, nuove esigenze, nuovi processi e quindi nuove abitudini che si andranno a creare. Le Aziende, proprio in questo momento avranno l’occasione di guardare a quei processi interni con una prospettiva diversa, nuova, più capillare.
Nell’era post Covid-19 le esigenze aziendali cambieranno, è già stata imposta dall’emergenza maggior attenzione e di conseguenza maggior investimento nella sicurezza, vuoi in tema lavoratori in merito a possibili violazioni della normativa sull’igiene e sicurezza sul lavoro ex D.lgs 231/01, vuoi in termini prettamente contrattuali sull’applicazione della causa di forza maggiore, vuoi in termini di cyber security con l’introduzione dello Smart-Working nella tutela di dati e documenti aziendali. Ma questo non basta.
Puoi approfondire il tema nel nostro articolo dedicato allo Smart Working e sicurezza informatica.
L’era Fase 2 dovrà essere rivista in un’ottica aziendale diversa. Il rischio sarà pertanto un valore che dovrà essere analizzato, valutato e poi gestito non solo in materia di Security in senso stretto ma, oggi, applicato ad ogni funzione aziendale.
Inoltre maggiore sarà per quei settori che, all’atto della ripresa, si dimostreranno maggiormente redditizi. Settori che saranno visti dalle organizzazioni criminali, dai faccendieri locali, come più vantaggiosi.
Ma dal punto di vista della business intelligence quali rischi intravediamo noi professionisti del settore?
Assisteremo a diversi scenari in ambito societario, modifiche delle compagini sociali, acquisizioni, cessioni o acquisizioni di rami d’azienda, comparsa di prestanomi e società di fatto, modifiche di sedi legali, immissioni di liquidità nei capitali sociali.
Qui, dai prossimi mesi, si concentreranno gli interessi perché è proprio attraverso l’utilizzo di società apparentemente solide o preesistenti che verranno nascosti gli interessi illeciti.
Le Aziende, pertanto, dovranno prestare massima attenzione ai loro Partner commerciali e non solo quelli oggetto di nuovi accordi ma anche, e soprattutto, quelli già qualificati e per cui le maglie dei controlli antiriciclaggio sono più diradate o, in taluni casi allentate.
E’ di questi giorni l’intervento dell’Uif (Unità di informazione finanziaria), richiamata poi dalle maggiori testate giornalistiche, sull’emergenza Covid proprio nel fronteggiare i rischi di criminalità finanziaria in materia di offerta e commercializzazione di dispositivi di protezione individuale.
Ancora. Notizia di qualche giorno fa è l’indagine della Guardia di Finanza sulla gara indetta da Consip sull’acquisto e la fornitura di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature sanitarie che ha portato all’arresto un imprenditore per turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture.
Le funzioni aziendali interessate come quelle del ciclo attivo e passivo per prime dovranno quindi attrezzarsi revisionando le procedure di qualificazione dei propri fornitori, analizzando nel dettaglio il proprio fornitore e la sua reputazione (tramite analisi del Rischio reputazionale) ed infine, non meno importante, procedere ad una revisione di entrambi periodicamente.
Corruzione tra privati, appropriazioni indebite, comportamenti illeciti potrebbero rischiare di essere una costante. Con riferimento alle procedure sarà importante, soprattutto per le multinazionali con branch in Italia, sentire i Colleghi nell’adattare tali modelli spesso imposti dalle case madri alle realtà locali.
Sempre più spesso, noi professionisti di Dogma, analizziamo procedure di qualifica e controllo, per lo più redatte in lingua inglese, che sono generiche e che non tengono conto delle procedure amministrative locali, dei documenti pubblici disponibili (e non corrispondenti ad analoghi esteri), delle problematiche italiane e ancora più capillarmente di quelle locali.
Con riferimento alla qualifica dei Fornitori. Nella maggior parte dei casi, la ricerca delle informazioni sul fornitore viene svolta attraverso la verifica documentale di talune (e già questo risulta, ai nostri occhi, una criticità) informazioni ufficiali unita all’analisi delle informazioni reperibili sulla rete alla ricerca di macro criticità.
Oggi per diversi motivi - vuoi di obblighi legislativi come ad esempio la recente introduzione dei reati tributari ex D.Lgs 231/01 con l’esigenza di una verifica sui fornitori - vuoi di reputazione aziendale, oggi asset fondamentale ma sempre più dinamico, con l’elevata possibilità di infiltrazioni criminali, sorge l’esigenza concreta che tali verifiche debbano avvenire con un livello di approfondimento più puntuale.
Pertanto ricerca dei dati e delle informazioni tramite fonti Osint , Open Source Intelligence (1) già di per sé complessa perché presuppone la capacità di saper correlare più piani informativi, come convegni, database ufficiali, news, informazioni ambientali necessita ulteriormente di una competenza tecnica di analisi e l’esperienza di cogliere red flag sempre più nascoste nelle maglie delle informazioni.
Le Aziende, pertanto, dovranno sfruttare questo momento di ripresa attività post emergenza in cui saranno tenute ad investire nel rinnovamento di quelle funzioni/procedure richieste dalle norme sanitarie ma anche, e soprattutto, in quelle a rischio corruzione.
In queste settimane ormai si è compreso come la Sicurezza, nella sua accezione più ampia sia determinante per tutelare la vis competitiva dell’Azienda sul mercato.
In questo contesto Dogma da anni supporta molte Aziende utilizzando risorse qualificate con competenze multidisciplinari, processi e metodologie di natura quantitativa e qualitativa oltre che strumenti tecnologici avanzati in materia di analisi delle informazioni al fine di supportare le scelte delle varie Funzioni coinvolte nelle strategie decisionali.
Autore: Dimitri Russo
CEO Dogma S.p.A.
Note:
1)L’Open source Intelligence – Osint -, ovvero l’analisi delle fonti aperte, è un metodo di ricerca ed analisi che permette di rilevare informazioni e notizie:
Attraverso questo metodo di ricerca è possibile rilevare, analizzare e processare le informazioni in modo veloce e preciso.
Il metodo di ricerca è sviluppato attraverso l’utilizzo di query, motori di ricerca, metamotori, software e molto altro. Oltre agli strumenti, è importante però evidenziare il metodo, che è composto da quattro fasi:
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