La materia è stata a lungo discussa ma una nuova ordinanza della Cassazione potrebbe fare luce sul fenomeno delle timbrature fraudolente da parte dei dipendenti.
Gli strumenti per la verifica degli accessi – mediante timbratura di un badge o elettronica (mediante un pc o uno smartphone – sono in uso nella maggior parte delle aziende per verificare l’effettiva presenza del dipendente sul posto di lavoro e calcolare le ore lavorate.
Che cosa succede però se si altera il badge, si procede a una timbratura fraudolenta facendo timbrare da un collega al posto nostro o timbrando e uscendo dall’azienda? In passato le pronunce dei tribunali non sono andate tutte nella stessa direzione e non sempre il licenziamento per giusta causa è stato riconosciuto legittimo.
Dobbiamo ricordare che il dipendente, al momento della sottoscrizione del rapporto di lavoro con il proprio datore, si impegna a osservare una serie di obblighi, tra cui quelli di lealtà e correttezza e a rispettare gli orari di lavoro.
Una timbratura fraudolenta andrebbe quindi a ledere i doveri di lealtà e correttezza, finendo altresì per minare quel vincolo fiduciario che pur non essendo normativamente previsto è insito nel rapporto di lavoro subordinato.
Lo stesso può valere, come nel caso affrontato di recente e oggetto dell’ordinanza della Cassazione n.28248 del novembre 2024, per una timbratura fraudolenta fatta per coprire un ritardo.
I giudici delle leggi hanno ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa, ribadendo che un comportamento fraudolento basta a minare il vincolo fiduciario e quindi l’interesse del datore di lavoro all’esecuzione della prestazione lavorativa.
Una timbratura fraudolenta comporterà quindi, quasi sempre, un licenziamento per giusta causa, vale a dire senza preavviso e senza indennizzo perché colpisce un elemento centrale del rapporto di lavoro subordinato.
La lotta contro comportamenti fraudolenti come la timbratura irregolare non è solo una questione di tutela economica per l'azienda, ma anche di salvaguardia dell'equità e della fiducia all'interno dell'ambiente lavorativo. Tuttavia, per garantire che un licenziamento per giusta causa sia solido e difendibile in sede giudiziaria, è fondamentale disporre di prove certe e raccolte nel rispetto delle normative vigenti.
In questo contesto, affidarsi a un'agenzia investigativa specializzata, come Dogma SpA, rappresenta una scelta strategica e indispensabile. Grazie alla nostra esperienza, è possibile reperire riscontri di tipo documentale e/o testimoniale, spesso integrati da filmati e fotografie laddove consentito, che certificano in modo inequivocabile gli illeciti subiti. Questo approccio non solo consente all'azienda di documentare la condotta scorretta del dipendente, ma garantisce che tutte le prove siano acquisite in conformità con la legge, rendendole utilizzabili in tribunale.
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