Il fenomeno delle truffe informatiche è in continua crescita e le organizzazioni criminali trovano sempre nuove modalità per raggirare le persone. Secondo i dati divulgati nel 2023 dalla Polizia Postale i casi sono letteralmente raddoppiati dal 2018 al 2022. Le truffe tramite bonifico bancario sono uno degli esempi di questi reati e fanno solitamente leva sulla fiducia, sulla necessità e sull’emotività delle persone.
Una truffa con bonifico bancario si verifica quando un truffatore persuade la vittima a effettuare un trasferimento di denaro per un bene o servizio inesistente. Una volta ricevuto il pagamento, il truffatore interrompe ogni contatto, rendendo complesso il recupero dei fondi, data l'irreversibilità della transazione.
Lo schema di base prevede che un soggetto, il truffatore, induca un altro, la vittima, a versare delle somme di denaro a mezzo bonifico bancario per poi sparire. Nella maggior parte dei casi è impossibile risalire ai responsabili di questi atti – spesso al sicuro in paesi in cui possono far perdere le tracce o che non hanno rapporti di collaborazione con le forze dell’ordine e le autorità italiane – così come risulta molto difficile recuperare le somme estorte.
Le tipologie di truffa attraverso bonifico bancario sono le più disparate ma hanno un elemento di fondo: conquistare la fiducia della vittima e giocare sull’urgenza.
Come già accennato queste truffe giocano sull’emotività, sulla conquista della fiducia della vittima e sull’urgenza.
Le storie che vengono raccontate alla vittima sono sempre molto simili: viene presentata una situazione di necessità o urgenza con la quale si cerca di mettere alle strette la vittima, anche paventando conseguenze negative se questa non provvederà al versamento.
In altri casi viene presentata un’offerta vantaggiosa e irripetibile, con prezzi inferiori o condizioni migliori rispetto a quelle normalmente reperibili sul mercato o, come nel caso del principe nigeriano, l’occasione di arricchirsi facilmente.
Le informazioni di dettaglio – gli estremi bancari ad esempio – sono spesso poco accurate e le comunicazioni mail spesso sono sbrigative e provenienti da indirizzi soltanto in parte simili a quelli originali di una banca o di un provider di servizi.
I principali accorgimenti per tutelarsi dalle truffe sono sempre gli stessi: il dubbio e il buon senso.
Quando riceviamo una comunicazione contenente una richiesta di pagamento – soprattutto se connotata dal carattere di urgenza – è bene chiedersi perché siamo destinatari di quella comunicazione, se può effettivamente avere senso che quel determinato interlocutore ci chieda di effettuare immediatamente un bonifico.
I truffatori sono certamente scaltri e affinano continuamente i propri metodi di raggiro ma non possono sostituirsi al 100% ad altre persone o a un istituto bancario. È buona regola quindi verificare l’indirizzo e-mail o il numero dal quale proviene la richiesta e fare un controllo incrociato contattando la propria banca (o il fornitore di un servizio). Se possibile occorre verificare l’identità del nostro interlocutore, capire se esiste realmente e se effettivamente lavora per la nostra banca o per un’azienda di cui compriamo i servizi o i prodotti.
Nel caso delle vendite online è bene verificare le recensioni, valutare per quanto possibile il profilo del venditore e rinunciare se sorge il minimo dubbio. Nel caso della vendita di un bene come un veicolo è invece preferibile “toccare con mano” il prodotto e non inviare alcuna somma prima di aver verificato se il bene venduto esiste realmente.
Infine, nel caso delle truffe della tipologia “principe nigeriano”, occorre soffermarsi sul fatto che nessuno regala nulla, soprattutto se si tratta di patrimoni milionari e quindi ogni richiesta che promette guadagni miracolosi è da lasciar cadere nel vuoto.
Infine, prestare sempre attenzione alle comunicazioni relative alle truffe che provengono dagli istituti di credito, dalle compagnie assicurative, dalle aziende erogatrici di servizi può aiutare a conoscere le modalità di truffa di cui gli stessi enti sono venuti a conoscenza e che potrebbero coinvolgere i clienti.
La normativa italiana in tema di responsabilità degli istituti di credito, spesso emanazione di direttive europee, prevede che le banche identifichino il cliente e verifichino la sua identità su basi documentali, dati o informazioni ottenute da fonte affidabili e indipendenti (D.Lgs. 271/2007).
Un principio generale è fissato dal Codice civile all’art. 1176 e riguarda la “Diligenza del buon banchiere”. L’articolo prevede infatti, al comma 2, che “nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata”.
Vige inoltre l’obbligo per le banche di identificare i propri clienti con strumenti e metodi adeguati allo stato dell’arte della tecnica e della normativa. È infatti la banca a dover provare, in caso di contestazioni e contenziosi, di avere agito con la dovuta diligenza.
Quando si scopre di essere stati vittima di una truffa non serve andare nel panico ma è bene contattare immediatamente la propria banca per verificare se è possibile bloccare il pagamento (nel caso di bonifico ordinario si dispone solitamente di una finestra di tempo di qualche ora per il blocco) o la banca del destinatario per fare lo stesso.
Il passo successivo è la denuncia formale alle forze dell’ordine dopo aver raccolto tutte le prove possibili (messaggi, e-mail, IBAN, ecc).
È inoltre possibile rivolgersi alla propria banca per richiedere un rimborso laddove nel contratto sia previsto o se è stato sottoscritto un programma di protezione dalle frodi e dai furti di identità. Con la propria compagnia assicurativa è possibile invece verificare se la polizza stipulata copre anche le frodi finanziarie.
In ogni caso è possibile rivolgersi a un professionista legale o a un investigatore privato per svolgere un’indagine sulla truffa avvenuta e raccogliere elementi utili per un eventuale giudizio ma anche per ricevere una consulenza adeguata ad adottare tutti gli accorgimenti necessari.
Rivolgersi a un’Agenzia investigativa in caso di truffa con bonifico bancario è una scelta giusta perché gli investigatori sapranno fornire la consulenza del caso e valutare quali prove potranno essere utili per un eventuale giudizio.
L’Agenzia Dogma SpA può contare su un team di professionisti esperti che saprà fornire tutte le informazioni e il supporto necessari a tutelarsi in caso di truffa o raggiro avvenuti a mezzo bonifico bancario.
Indagando l’ingegneria sociale, aspetto sempre più centrale nei raggiri che si compiono online, gli investigatori dell’Agenzia Dogma possono fornire elementi utili anche per risalire a eventuali responsabili della truffa o a raccogliere le prove più utili a un giudizio o a una richiesta di rimborso.
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