La falsa malattia o finta malattia si verifica quando un dipendente simula una patologia per assentarsi dal lavoro o adotta comportamenti incompatibili con lo stato di salute dichiarato. Questa condotta può avere conseguenze legali, consentendo al datore di lavoro di procedere con il licenziamento per giusta causa.
La normativa vigente, pur concedendo una certa libertà di movimento ai lavoratori in malattia, pone un forte accento sulla necessità di verificare l'effettiva sussistenza della condizione patologica. Le visite fiscali domiciliari, disposte sia dall'INPS che dai datori di lavoro, rappresentano lo strumento principale per tale controllo. Tuttavia, l'esperienza dimostra che tali visite possono rivelarsi inefficaci o, peggio ancora, generare situazioni di ambiguità e potenziale conflitto.
Immaginiamo un lavoratore costretto ad assentarsi dal domicilio durante le fasce orarie di reperibilità per urgenti esigenze mediche, o un dipendente che, pur essendo effettivamente malato, non viene trovato in casa al momento del controllo. In entrambi i casi, il rischio di sanzioni, inclusa la possibilità di licenziamento è concreto.
L'abuso delle assenze per malattia è un problema sempre più diffuso, con gravi conseguenze per le aziende in termini di produttività e costi. Secondo recenti indagini, un numero crescente di dipendenti ricorre a certificati medici per motivi non legittimi, causando danni economici alle imprese e un clima di sfiducia all'interno del contesto lavorativo. Questo fenomeno rende necessario un approccio più efficace e capillare per verificare l'effettiva condizione del lavoratore.
Il lavoratore che tiene comportamenti incompatibili con lo stato di malattia dichiarato, o che ne rallentano la guarigione, può essere licenziato per giusta causa. In questi casi, infatti, si verifica una violazione dei doveri di fedeltà, buona fede e correttezza inerenti al rapporto di lavoro subordinato (ex art. 2104 c.c.), e viene meno il legame di fiducia intercorrente con il datore di lavoro, disciplinato dall’articolo 2105 del codice civile (in combinato disposto con gli artt. 1175 e 1375 c.c.).
Alcuni esempi di comportamenti scorretti sono:
Simulare la malattia;
Svolgere un altro lavoro durante il periodo di malattia, pregiudicando la guarigione o ritardandola;
Non osservare tutte le cautele necessarie per la pronta guarigione;
Svolgere un altro lavoro mentre si è in malattia, violando il divieto di concorrenza.
Il lavoratore in malattia può svolgere altre attività, nel rispetto però delle prescrizioni mediche e delle regole del periodo di comporto. Tutto quanto possa essere considerato un comportamento illecito rispetto a queste ultime si considera finta malattia e può essere oggetto di controllo e, come conseguenza, di provvedimenti disciplinari, fino al licenziamento per giusta causa per falsa malattia.
È in questo scenario che l'investigatore privato emerge come una risorsa preziosa, in grado di offrire un servizio di controllo alternativo, più flessibile e mirato. La sua azione non si limita a sostituire la visita fiscale, ma si estende a una verifica a 360 gradi, che tiene conto di tutte le variabili in gioco.
Verifica accurata della condizione del lavoratore: Attraverso indagini discrete e mirate, l'investigatore è in grado di accertare l'effettiva condizione di salute del dipendente, raccogliendo prove oggettive e documentabili. A differenza del medico fiscale, che si limita a una visita domiciliare, l'investigatore può ricostruire l'intera giornata del lavoratore, verificando le sue attività e i suoi spostamenti.
Monitoraggio delle attività del dipendente: In molti casi, i lavoratori in falsa malattia vengono scoperti mentre svolgono altre attività non compatibili con lo stato di salute dichiarato. Può trattarsi di secondi lavori, attività sportive o viaggi non autorizzati. La raccolta di prove fotografiche e video consente di dimostrare eventuali irregolarità in modo inconfutabile.
Raccolta di prove documentali inconfutabili: L'investigatore privato è esperto nella raccolta di prove documentali, come certificati medici, testimonianze e documentazione fotografica e video, in grado di attestare la legittimità dell'assenza del lavoratore. Queste prove possono essere decisive per evitare contestazioni e sanzioni, o per supportare un eventuale licenziamento per giusta causa.
Redazione di un report dettagliato e utilizzabile in sede legale: L'investigatore redige un rapporto dettagliato, in cui vengono riportate tutte le informazioni raccolte, corredate da prove documentali e fotografiche. Questo rapporto può essere utilizzato dal datore di lavoro per prendere decisioni informate e, in caso di controversia, può essere prodotto in sede legale.
L'assenteismo ingiustificato ha un impatto economico significativo sulle aziende, aumentando i costi per sostituzioni e riducendo la produttività. L'impiego di investigatori privati può rappresentare una strategia efficace non solo per individuare comportamenti scorretti, ma anche come deterrente per futuri abusi. I dipendenti, sapendo di poter essere controllati, saranno meno inclini a simulare malattie e a fornire certificazioni false.
Per contrastare il fenomeno delle false malattie, le aziende possono avvalersi di agenzie investigative autorizzate, come Dogma SpA, per verificare se il dipendente assente per malattia sia realmente impossibilitato a lavorare o stia invece svolgendo un'altra attività, anche non dichiarata, o adottando comportamenti che ne ritardano la guarigione.
L'investigatore privato si pone quindi come un partner strategico per le aziende che desiderano tutelarsi da abusi e comportamenti scorretti, garantendo al contempo il rispetto dei diritti dei lavoratori. Se sospetti casi di falsa malattia tra i tuoi dipendenti e vuoi ottenere prove certe nel rispetto della legge, affidati ai professionisti di Dogma Spa.
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Autore: Avv. Giorgio Gobbi
Compliance - Dogma S.p.A.
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