Il nostro ordinamento definisce la truffa – prevista dall’art. 640 c.p. – come la condotta di chi, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un profitto ingiusto con altrui danno. La pena è la reclusione da sei mesi a tre anni con una multa.
Lo stesso articolo prevede una serie di circostanze aggravanti – per cui si parla di truffa aggravata – in presenza delle quali la pena è aumentata.
Il reato di truffa viene anche definito a cooperazione artificiosa della vittima perché è cruciale l’inganno che induce la vittima a concorrere nel perfezionamento della fattispecie delittuosa. Si tratta inoltre di un reato in contratto nel quale non è tanto questo che viene punito quanto piuttosto la condotta aggressiva dell’autore per indurre in tranello la vittima e carpirne il consenso.
Il bene tutelato non è soltanto il patrimonio ma anche la libera autodeterminazione del soggetto ingannato, cioè la facoltà di scegliere in scienza e coscienza. L’elemento psicologico gioca infatti un ruolo preponderante nella realizzazione del reato.
La pena per il reato di truffa semplice è quella della reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032, per il reato di truffa aggravata è quella della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549. Non è inoltre da escludere che nei casi più gravi, possa essere applicata anche una misura cautelare nei confronti del truffatore.
Denunciare subito una truffa è il primo fondamentale passo da compiere, a prescindere dalla tipologia di raggiro. La truffa semplice è infatti un reato procedibile sulla base di una querela di parte, mentre la truffa aggravata è procedibile anche d’ufficio. Nel primo caso, senza una denuncia, difficilmente l’autorità di polizia e l’autorità giudiziaria potranno venire a conoscenza della notizia di reato.
Una volta raccolte tutte le possibili prove a disposizione (contratti, messaggi, comunicazioni, ecc..) bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine locali – polizia, carabinieri o guardia di finanza – ed esporre i fatti. Oppure si può sporgere denuncia alla Polizia Postale, con una segnalazione online (sarà la Polizia Postale a verificarne l’effettivo carattere di illegalità) o recandosi fisicamente presso uno dei numerosi uffici presenti su tutto il territorio italiano.
È inoltre fondamentale rispondere esaustivamente, laddove possibile, a tutte le domande dell’autorità di polizia al fine di chiarire al meglio i contorni della vicenda. In alcuni casi può risultare utile rivolgersi a un avvocato per una consulenza legale e per essere assistiti a dovere.
La denuncia avvierà un processo investigativo attraverso il quale si cercherà di rintracciare gli autori del reato per assicurarli alla giustizia.
Il soggetto truffato ha il diritto al risarcimento del danno ma non sempre questa è una strada facilmente percorribile. Soprattutto nel caso delle truffe online risulta particolarmente complicato, per non dire impossibile, rintracciare autori che si trovano all’estero, spesso in paesi con i quali l’Italia non ha accordi di collaborazione giudiziaria. Accade quindi che le denunce di truffa, esperite tutte le attività di indagine, vengano archiviate con un nulla di fatto.
Nell’ipotesi in cui invece si arrivi a individuare e arrestare i colpevoli la vittima può costituirsi parte civile nel procedimento penale e ottenere la liquidazione in sede civile del risarcimento economico e anche un risarcimento per danni morali o biologici (non dimentichiamo che essere vittime di truffa può comportare uno stato psicologico più o meno delicato a seconda dei casi).
La denuncia dà il via all’attività investigativa che viene condotta dalle forze dell’ordine sulla base degli elementi forniti dalla vittima.
La prima fase riguarda le indagini preliminari, utili per cercare elementi probatori in grado di confermare la notizia. Se non vengono individuate abbastanza prove, il caso viene archiviato, in caso contrario c’è il rinvio a giudizio. A questo punto inizia il processo vero e proprio, con il contraddittorio tra le parti.
In generale, comunque, la denuncia avvia un processo investigativo che mira a individuare i responsabili e a recuperare eventuali danni.
Nel caso in cui i responsabili vengano identificati e la giustizia stabilisca la loro colpevolezza, potrebbe essere possibile ottenere un risarcimento dei danni, di varia entità.
Come abbiamo accennato, è fondamentale raccogliere tutte le possibili prove della truffa per fornire agli inquirenti elementi utili a risalire agli autori. Non sempre però si tratta di un compito semplice e rivolgersi a un’agenzia investigativa può essere determinante.
Gli investigatori privati sono infatti in grado – attraverso analisi di fonti Open Source (OSINT) o l’analisi dei social network mediante i quali la truffa è stata perpetrata (SOCMINT) – di individuare e selezionare elementi probatori che possono agevolare le indagini.
L’agenzia investigativa, esaminato il caso e acquisiti gli elementi forniti dalla vittima di truffa, potrà scegliere la strategia da adottare, consigliare il cliente e arrivare a comporre un dossier probatorio che potrà peraltro essere utilizzato per sostenere la pretesa di risarcimento del danno, laddove gli autori della truffa vengano individuati.
La miglior difesa dalle truffe è avere sempre dei comportamenti consapevoli, ma ci sono anche molti accorgimenti che possono venirci in aiuto.
Ecco i nostri 10 consigli utili per evitare le truffe online:
In conclusione, denunciare una truffa è un passo cruciale per proteggere se stessi e altri potenziali vittime. Se sospetti di essere stato truffato, raccogli tutte le prove disponibili con l'aiuto dei nostri Investigatori esperti e contatta le autorità competenti. Agire prontamente può non solo aiutarti a recuperare eventuali perdite, ma anche contribuire a prevenire ulteriori truffe.
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Foto: Immagine di Freepik
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